LA SALUTE MENTALE
Cosa si intende con il termine “salute mentale”?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il concetto di salute come “…uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”.
La “salute mentale” è un aspetto di fondamentale importanza in quanto è alla base della capacità umana di pensare, provare sensazioni, imparare, lavorare, instaurare relazioni profonde. Per questo motivo, i fattori che alterano la stessa possono provocare enormi conseguenze in qualsiasi ambito della vita di ogni persona.
Vi sono diversi fattori che possono andare a minare la salute mentale di un individuo, come fattori genetici, sociali, culturali, economici, politici e ambientali, pertanto è necessario prendere seriamente in considerazione questa tematica al fine di prevenirne gli effetti.
Un’esposizione prolungata alle avversità infatti rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi mentali.
Cosa sono i disturbi mentali?
Il DSM-5, ovvero il “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”, definisce lo stesso disturbo mentale come una condizione di disagio o disabilità clinicamente significativa, caratterizzata dalla compromissione del funzionamento in uno o più ambiti tra cui quello lavorativo, scolastico, sociale, affettivo e familiare.
La presenza di un disturbo mentale provoca, quindi, significativi problemi nello sviluppo del pensiero, nella regolazione delle proprie emozioni e nel comportamento di una persona, riflettendo una situazione di disfunzione dei processi psicologici e biologici che compongono il funzionamento mentale.
Alcuni dati…
Molto spesso quando si parla di disturbi mentali si rimanda all’immagine del “pazzo”, colui che ha perso la ragione e pertanto deve essere curato, se non addirittura internato. Si tratta però di una visione alquanto distorta, poiché la parte di popolazione che è affetta da un qualche tipo di disturbo mentale è davvero vasta. A testimonianza di ciò l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che nel mondo ci sono circa 450 milioni di persone che soffrono di disturbi mentali o del comportamento ma, soprattutto, che la maggior parte di questi disturbi non sono stati né diagnosticati né trattati. Secondo alcune ricerche, le persone afflitte da disturbi mentali sarebbero invece più di 900 milioni, circa il 13% della popolazione mondiale.
Per quanto riguarda la fascia d’età che comprende l’infanzia e adolescenza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che nel mondo, più di 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato.
I fattori di rischio
Vi sono diversi fattori di rischio che possono incidere sullo stato di benessere di una persona e che, nelle situazioni peggiori, in comorbidità tra loro possono portare all’insorgenza di un disturbo mentale:
- i FATTORI SOCIO-DEMOGRAFICI, come: il sesso maschile; l’età, in quanto vi è un maggior rischio di insorgenza di un disturbo in adolescenti e anziani; avere una condizione di isolamento sociale con una scarsa rete sociale; avere un basso livello socio-economico e di istruzione; essere disoccupati o con una situazione lavorativa stressante; essere vittima di violenza domestica o abusi infantili fisici e sessuali e avere familiarità per comportamenti suicidari.
- i FATTORI AMBIENTALI comprendono la perdita del proprio lavoro o perdite finanziarie; il facile accesso ad armi e le perdite relazionali o sociali.
- i FATTORI BIO-PSICO-SOCIALI come la presenza di ulteriori disturbi mentali, l’abuso di alcool e di sostanze; avere delle tendenze comportamentali impulsive e/o aggressive; avere alle spalle una storia di traumi e abusi; essere affetti da patologie mediche gravi; aver sperimentato in precedenza dei tentati suicidi e avere storie familiari di suicidi.
- i FATTORI SOCIO-CULTURALI, come la mancanza di sostegno sociale; provare una sensazione di isolamento; essere discriminati e stigmatizzati per qualsiasi caratteristica culturale e/o corporea e la presenza di ostacoli nell’accesso a cure mediche.
I fattori protettivi
Rispetto al tema della salute mentale sono stati individuati anche dei fattori protettivi, ovvero tutte quelle risorse o condizioni specifiche (individuali, familiari, scolastiche, comunitarie e sociali) in grado di contrastare o ridurre l’impatto dei fattori di rischio e che concorrono a sostenere e promuovere la compatibilità dell’individuo con l’ambiente:
- la presenza di una stabilità socio-economica;
- avere una buona capacità di adattamento alle diverse situazioni e ai diversi contesti;
- essere dotati di buone capacità di problem solving;
- avere una flessibilità cognitiva e di pensiero;
- avere una rete di supporto amicale stabile e affidabile;
- mantenere delle relazioni positive con il proprio nucleo familiare;
- provare un senso di appartenenza (famiglia, lavoro, amici);
- non abusare di alcool e/o sostanze;
- avere il tempo per riposarsi e staccare dalle situazioni di stress;
- avere una relazione di coppia stabile;
- avere una buona consapevolezza del proprio sé
- poter accedere facilmente alle risorse del Sistema Sanitario Nazionale.
La salute mentale è un concetto ampio che si riferisce ad uno stato di benessere generale dell’individuo e non si esaurisce nella mera assenza di patologia o di disagio di qualsiasi genere. Godere di una buona salute mentale significa raggiungere uno stato di equilibrio interiore che consente di utilizzare, in caso di necessità, tutte le risorse fisiche, cognitive, emotive, sociali, di cui si dispone, per affrontare le innumerevoli sfide che la vita pone, in modo efficace.
Nella società odierna non vi è più una separazione tra corpo e mente e per questo motivo la salute mentale non si riferisce esclusivamente ad un benessere psicologico, ma al benessere globale della persona, perché occuparsi della propria mente significa al contempo occuparsi del proprio corpo e dunque della propria salute in generale.
La sofferenza mentale è da sempre accompagnata dalla paura, dalla vergogna, e dallo stigma dell’incurabilità, portando le persone che vivono uno o più disagi psichici a resistere e a ritardare l’accesso alle cure.
I sintomi ‘ignorati’ a distanza di tempo però, possono diventare ingestibili e invalidanti nello svolgimento delle attività proprie della vita quotidiana, portando così il soggetto a sperimentare una sofferenza più profonda. Diventa dunque necessario superare le barriere del pregiudizio, l’ostacolo della paura e trovare la forza e il coraggio per chiedere aiuto, anche alla luce del fatto che la maggior parte dei disagi psichici è curabile e/o gestibile nel quotidiano, permettendo così agli individui di condurre una “normale” vita sociale, lavorativa e comunitaria.
I disturbi mentali: quali sono?
I più frequenti e comuni disturbi psichici, facendo riferimento al DSM-5, sono:
- disturbi d’ansia;
- depressione (o disturbi depressivi);
- disturbo bipolare;
- schizofrenia;
- dipendenze;
- disturbi dell’alimentazione.
I campanelli d’allarme
Non è sempre facile riconoscere quando si sta vivendo uno stato di sofferenza psicologica. Diventa fondamentale imparare a individuare i segnali di malessere che, a lungo andare, diventano dei veri e propri campanelli d’allarme, ai quali bisogna prestare attenzione per evitare di incorrere nella cronicizzazione di disturbi e di disagi. I principali sono:
- alterazione dei bisogni fisiologici (fame, sonno, ecc.);
- isolamento, apatia, riduzione degli interessi;
- alterazioni del tono dell’umore;
- problemi di concentrazione e di memoria;
- sensazione di derealizzazione e di scollegamento da sé stessi e dal contesto che ci circonda;
- paura, nervosismo ed accentuata sospettosità nei confronti di chi ci circonda;
- paura eccessiva;
- senso di irritabilità e/o esplosioni di rabbia;
- senso di negligenza e scarsa cura di sé.
Per formulare una diagnosi di disturbo mentale, è necessario che tali sintomi compaiano contemporaneamente e siano persistenti nel tempo, con una certa intensità, tanto da limitare le attività della vita quotidiana e risultare dunque ingestibili.
Come chiedere aiuto
All’interno del panorama scientifico è stato ampiamente dimostrato come un intervento precoce aiuti a ridurre i sintomi dei disturbi mentali, evitandone così la cronicizzazione e il ricovero ospedaliero, al fine di migliorare la qualità della vita delle persone.
Nei casi in cui si desidera usufruire della convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale (SSN), il primo passo è quello di rivolgersi al proprio medico curante che, dopo un’attenta analisi e una prima valutazione dei segni e dei sintomi, potrà prescrivere un’impegnativa con l’indicazione della tipologia di visita da effettuare. In seguito, la persona potrà recarsi con l’impegnativa esclusivamente in strutture convenzionate con SSN e prenotare la visita specialistica indicata dal proprio medico.
Diversamente, qualora si desideri accedere alle cure in regime privato, il primo passo consiste nel contattare un professionista (psicologo, psicoterapeuta, neuropsicologo, neurologo, psichiatra ecc.) e fissare un colloquio conoscitivo per un primo inquadramento, così da essere indirizzati verso il percorso più in linea e adeguato alla condizione clinica.
“I PROBLEMI DI SALUTE MENTALE NON DEFINISCONO CHI SEI. SONO QUALCOSA DI CUI SI FA ESPERIENZA. CAMMINI SOTTO LA PIOGGIA E SENTI LA PIOGGIA, MA, COSA IMPORTANTE, NON SEI TU LA PIOGGIA”
[Matt Haig]