Modello della teoria dell’attaccamento
La violenza ha tanti volti, tanti quanti sono i modelli teorici che si impegnano a spiegarla a livello socio-psicologico; tanti quanti sono i singoli individui coinvolti nei meccanismi che la perpetrano.
In questa rubrica dedicata all’argomento violenza, vorremmo proporre alcune riflessioni sui possibili motivi scatenanti e sui modelli via via elaborati per comprenderne le sfaccettature.
La teoria dell’attaccamento è stata originariamente sviluppata da John Bowlby per spiegare il legame emotivo che si forma tra un bambino e il suo caregiver primario.
La teoria mette in evidenza come i modelli di attaccamento formati nei primi anni di vita possano continuare a influenzare il comportamento e le relazioni degli individui anche in età adulta. Questi modelli possono agire come una sorta di “schema operativo interno” che influenza la percezione di sé, degli altri e del mondo circostante. Le esperienze di attaccamento formative possono avere un impatto significativo sulla gestione delle emozioni, sulla capacità di regolare il comportamento e di instaurare relazioni intime e soddisfacenti.
Questo modello suggerisce che il tipo di attaccamento sviluppato da un bambino nei confronti del caregiver primario influenza la sua percezione delle relazioni interpersonali e il suo comportamento sociale anche da adulto. Ci sono quattro tipi principali di attaccamento:
- Attaccamento sicuro: Si verifica quando il caregiver è affidabile, amorevole e risponde alle esigenze emotive del bambino. I bambini con un attaccamento sicuro tendono a sviluppare relazioni interpersonali positive e stabili da adulti, con una maggiore capacità di risolvere i conflitti in modo costruttivo.
- Attaccamento evitante: Si verifica quando il caregiver è distante, poco sensibile o ha respinto le richieste emotive del bambino. I bambini con un attaccamento evitante possono sviluppare comportamenti di evitamento e distanza emozionale in età adulta, rifiutando di affrontare i conflitti o di mostrare apertamente le proprie vulnerabilità.
- Attaccamento ansioso-ambivalente: Si verifica quando il caregiver è inconsistente nelle risposte alle esigenze del bambino, talvolta affettuoso e talvolta respingente. I bambini con un attaccamento ansioso-ambivalente tendono a essere iper vigilanti e preoccupati riguardo all’abbandono in età adulta, possono essere emotivamente esigenti e lottare per ottenere sicurezza e attenzione.
- Attaccamento disorganizzato: Si verifica in situazioni in cui il caregiver è abusivo o presenta comportamenti spaventosi e incoerenti. I bambini con un attaccamento disorganizzato possono sviluppare schemi di comportamento problematici e possono avere difficoltà nel regolare le emozioni e stabilire relazioni sane da adulti.
Questa teoria può essere applicata anche per comprendere alcune dinamiche di violenza che possono verificarsi nelle relazioni interpersonali, specialmente in quelle intime. Quando infatti gli stili di attaccamento problematici persistono in età adulta, possono influenzare negativamente le relazioni intime e aumentare il rischio di comportamenti violenti.
La teoria dell’attaccamento, dunque, non spiega direttamente la violenza, ma può fornire una lente utile per comprendere alcune delle dinamiche sottostanti che possono portare a comportamenti violenti nelle relazioni. La violenza è un fenomeno complesso e multifattoriale, quindi è necessario considerare molteplici elementi (come l’ambiente familiare, l’educazione, l’esperienza di traumi, ecc.) per una sua comprensione a tutto tondo.
Prendendo in considerazione gli stili di attaccamento che potrebbero facilitare l’instaurarsi di dinamiche abusanti, facciamo un breve excursus:
Violenza in un attaccamento evitante: le persone con un attaccamento evitante tendono a mantenere una certa distanza emotiva dai loro partner, essendo in difficoltà ad esprimere i propri sentimenti e i propri bisogni per non mostrarsi vulnerabili. Quando affrontano conflitti o situazioni emotive intense, possono reagire con un comportamento di sfida, evitamento, arrivando all’allontanamento fisico o alla chiusura emozionale. Questo comportamento può portare a un aumento della tensione nella relazione e, in alcuni casi, può sfociare in violenza verbale o fisica.
Violenza in un attaccamento ansioso-ambivalente: le persone con un attaccamento ansioso-ambivalente sono ipersensibili alle dinamiche di relazione e tendono a sperimentare una costante paura dell’abbandono o di essere rifiutate dal partner, con manifestazioni di gelosia, controllo eccessivo o richieste abnormi di attenzione e conferma. Non ottenere la sicurezza emotiva ricercata, per profili di personalità così fragili, porta a manifestare reazioni eccessive in carica emotiva, provocando conflitti e litigi, che in alcuni casi possono trasformarsi in violenza verbale o fisica.
Violenza in un attaccamento disorganizzato: le persone con un attaccamento disorganizzato avrebbero una storia di esposizione a esperienze traumatiche o abuso durante l’infanzia, che avrebbero generato confusione e ambivalenza nei confronti dei legami affettivi. La probabilità di agire o essere vittime di comportamenti violenti o aggressivi nei contesti relazionali, è notevole, in questi casi, per la difficoltà a gestire le emozioni, a regolare il comportamento e a costruire rapporti stabili ed equilibrati.
Sappiamo che non tutte le persone con modelli di attaccamento problematici si implicano in dinamiche abusanti. La violenza nelle relazioni è un comportamento complesso e multi fattoriale, che può essere influenzato da una combinazione di fattori di varia natura. Tuttavia, la teoria dell’attaccamento fornisce un quadro utile per comprendere come le esperienze relazionali formative possano contribuire allo sviluppo di schemi comportamentali che influenzano la qualità delle relazioni interpersonali.
Vogliamo dare evidenza al fatto che la violenza nelle relazioni non è mai giustificata e dovrebbe essere sempre condannata. La comprensione delle dinamiche psicologiche sottostanti ai comportamenti abusanti può essere utile per informare gli interventi e le strategie di prevenzione, fornendo un’opportunità per aiutare le persone a sviluppare relazioni più sane e rispettose.