Il carico mentale nel lavoro di cura non retribuito: la sfida invisibile
Il lavoro di cura non retribuito è una forma di lavoro vitale che spesso passa inosservata e sottovalutata nella nostra società. Questo tipo di lavoro include attività come la cura dei bambini, la gestione della casa, l’assistenza agli anziani o ai familiari malati, etc. Sebbene non venga riconosciuto come lavoro formale, il carico mentale associato al lavoro di cura non retribuito può essere estremamente gravoso e influire in modo significativo sulla vita di chi lo svolge.
Il carico mentale si definisce come quantità di sforzo cognitivo necessario per svolgere un determinato compito; la pianificazione, l’organizzazione e lo svolgimento di un’attività, sia essa di tipo intellettuale o pratico, implicano l’utilizzo di diverse competenze quali: memoria, attenzione, anticipazione e risoluzione di problemi, etc. Se diverse attività vengono portate avanti nello stesso tempo (il cosiddetto “multitasking”) si genera un sovraccarico mentale, che può portare a diversi problemi.
Il carico mentale riguarda spesso le donne, in quanto sono più frequentemente coloro che si occupano di gestire, oltre al lavoro retribuito, le esigenze di cura della famiglia, che comprendono sia l’occuparsi di figli o altri familiari, che dell’organizzazione e della gestione della casa nel suo complesso. Un lavoro spesso sottovalutato e invisibile agli occhi degli altri, che esaurisce le energie fisiche e mentali, date dal sovrapporsi di più impegni nel corso della giornata. Poiché questo tipo di lavoro si svolge principalmente all’interno delle mura domestiche, le persone coinvolte possono sentirsi isolate e non riconosciute. Inoltre, spesso si sovrappone ad altre responsabilità, come un lavoro retribuito o lo studio, creando un senso di pressione costante e una mancanza di tempo libero.
Il carico mentale implica gli aspetti psicologici ed emotivi delle responsabilità e delle preoccupazioni che derivano dal lavoro di cura non retribuito. Chi si occupa di queste attività si trova a dover gestire una vasta gamma di compiti e decisioni, che richiedono tempo, energia e attenzione costanti. Le implicazioni possono essere significative: impersonare più ruoli (madre, moglie, lavoratrice, “manager” degli impegni degli altri componenti della famiglia e della cura della casa) genera stress, ansia, sintomi fisici paragonabili alla sindrome del burn out in ambito lavorativo. La mancanza di supporto sociale e di risorse adeguate ad affrontare il carico mentale può rendere la situazione ancora più difficile.
Spesso si sottovalutano o non si riconoscono i rischi psicologici di un eccessivo carico mentale. Vediamo i principali: stress cronico, legato ad un costante senso di affaticamento mentale e emotivo a cui si associa la mancanza di riconoscimento e gratificazione per il lavoro svolto; ansia, provocata dal continuo stato di allerta nel dover contemporaneamente rispondere alle richieste di più interlocutori significativi; stanchezza mentale: sentirsi costantemente esausti mentalmente, anche dopo un periodo di riposo o sonno adeguato; difficoltà di concentrazione: trovare difficile focalizzarsi su un’attività o mantenere l’attenzione per periodi prolungati di tempo; irritabilità: Essere facilmente irritabili o avere una bassa tolleranza per le frustrazioni; problemi di memoria: trovare difficile ricordare le cose o avere difficoltà a recuperare informazioni che normalmente si ricorderebbero facilmente; disturbi del sonno: avere difficoltà ad addormentarsi, dormire in modo discontinuo o avere un sonno non riposante a causa di pensieri e preoccupazioni persistenti; diminuzione delle prestazioni cognitive: riscontrare difficoltà nel pensare chiaramente, nel prendere decisioni o nel risolvere problemi complessi; affaticamento emotivo: sentirsi emotivamente esausti o sopraffatti, con un senso di apatia o mancanza di motivazione.
Sintomi fisici: Il carico mentale elevato può manifestarsi anche attraverso sintomi fisici come mal di testa, tensione muscolare, disturbi digestivi o aumento della pressione sanguigna.
È importante sottolineare che questi sintomi possono essere causati da vari fattori e non sono esclusivamente legati al carico mentale. Se stai sperimentando questi sintomi in modo persistente e interferiscono con la tua qualità di vita, è consigliabile cercare il supporto di un professionista della salute mentale o un medico per una valutazione più accurata e un’eventuale assistenza.
Il carico mentale nel lavoro di cura non retribuito è una sfida invisibile che richiede maggiore attenzione: sarebbe importante riconoscere il valore e l’importanza del caregiving e trovare modi per condividere equamente il peso psicologico associato. La sensibilizzazione e l’educazione sul tema possono aiutare a rompere gli stereotipi di genere e promuovere una migliore condivisione delle responsabilità familiari. Inoltre, il sostegno da parte delle istituzioni e delle politiche sociali può offrire servizi di assistenza all’infanzia accessibili, strutture di cura degli anziani e altre risorse che alleviano il carico mentale e ne limitano i rischi.
Affrontare questa questione richiede un impegno collettivo per riconoscere, valorizzare e condividere equamente il lavoro di cura non retribuito.