Giornata internazionale dell’aborto sicuro
Che cos’è l’aborto?
Si parla di aborto quando si manifesta l’interruzione di una gravidanza. Questo può verificarsi in maniera naturale, come nel caso di un aborto spontaneo, o come risultato di una scelta consapevole.
Quali sono le conseguenze mediche di un aborto non sicuro?
Il ricorso a tecniche abortive non sicure può provocare diverse complicanze per la donna, come la presenza di emorragie interne, infezioni e ferite al tratto genitale o agli organi interni. Inoltre un aborto non sicuro può portare a conseguenze per la salute anche sul lungo termine, come la sterilità e dolori cronici.
Perché si ricorre all’aborto non sicuro?
Il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza è un argomento che ancora oggi provoca discussioni e divisioni all’interno della sfera politica italiana e di molti altri Paesi.
Al di là delle ideologie di ogni persona, diviene importante sottolineare come tale operazione dovrebbe essere sempre messa in pratica in maniera SICURA.
Il ricorso a tecniche non sicure avviene proprio perché per una donna diviene molto difficile poter abortire in quanto vi sono politiche avverse che attraverso la disciplina dell’obiezione di coscienza, come nel nostro Paese, oppure per mancanza di apposite strutture, come avviene nei Paesi del terzo mondo, non consentono la possibilità di accedere a tale servizio. Conseguentemente la donna cerca altre possibili soluzioni, mettendo così a rischio la propria vita.
L’ultimo Report di “Medici senza frontiere” cita: “Ogni minuto, in qualche angolo del mondo, una giovane donna si sottopone ad un aborto non sicuro, con conseguenze terribili per la sua salute, tra le quali in alcuni casi la morte.”
A sostegno di ciò vi è il fatto che l’aborto non sicuro si trova tra le prime cause di mortalità materna nel mondo e, paradossalmente, risulta essere l’unica di queste cause del tutto evitabile.
Cosa si intende per aborto non sicuro?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un aborto non sicuro avviene quando viene svolto da una o più persone che non possiedono i requisiti medici necessari. Contestualmente l’interruzione volontaria di gravidanza quando viene praticata in circostanze che non soddisfano gli standard medici minimi richiesti è considerata NON SICURA.
Negli anni, sono state riportate esperienze di medici i quali hanno visto e tentato di salvare persone che volevano ricorrere alla tecnica abortiva, ma che in mancanza della possibilità di compiere tale atto adottavano tecniche disperate, come l’assunzione di rimedi naturali tradizionali o l’assunzione di sostanze tossiche per l’organismo, quali: candeggina, acidi contenuti nelle batterie o cloro.
Sono state inoltre registrate esperienze nel quale venivano somministrati dei medicinali in modo sbagliato, madri che si infliggevano (o si facevano infliggere) ripetutamente traumi violenti all’addome, o addirittura inserire strumenti appuntiti o aghi all’interno del corpo per poter interrompere la gravidanza.
Chi è maggiormente a rischio?
Qualsiasi donna che voglia interrompere una gravidanza indesiderata e non abbia accesso alle cure per un aborto sicuro rischia di riportare lesioni o di perdere la vita a causa della mancata sicurezza nel compimento di tale atto. Tra gli ostacoli che impediscono di accedere a un aborto sicuro ricordiamo i costi elevati delle pratiche, le restrizioni legali, lo stigma sociale, la mancanza di personale formato o disposto a praticare un aborto.
Le donne povere, marginalizzate o che vivono in zone remote sono spesso escluse dall’accesso ai servizi per l’aborto sicuro. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno si eseguono circa 25 milioni di aborti non sicuri, di cui la maggior parte– il 97% – avviene in paesi a basso e medio reddito (tra America Latina, Africa e Asia).
L’Istituto Guttmacher stima che, negli ultimi anni, almeno 22.800 donne e ragazze siano morte ogni anno per cause correlate all’aborto. Molte altre subiscono lesioni o mutilazioni: ogni anno, nei paesi in via di sviluppo, circa sette milioni di donne vengono ricoverate in ospedale a causa di un’interruzione volontaria di gravidanza non sicura.
Purtroppo, il quadro completo delle conseguenze dell’aborto non sicuro non è noto, in quanto molte donne e ragazze non riescono a ricevere assistenza medica e conseguentemente non è possibile reperire il dato certo rispetto a quante di esse perdono la vita.
Come si possono prevenire sofferenze e decessi a seguito di un aborto non sicuro?
Ogni Paese dovrebbe poter garantire un programma completo di cure per salvaguardare la salute riproduttiva, che includa servizi di informazione prevenzione e educazione rispetto ai temi della sessualità, contraccezione e assistenza medica.
Sarebbe poi indispensabile sostenere la donna o la coppia nel momento in cui l’aborto dovesse rappresentare un accadimento degno di elaborazione psicologica perché avvenuto in situazioni di scarsa sicurezza e per i significati legati alla perdita o all’elaborazione del lutto.
Fornire l’assistenza necessaria per mettere in atto un aborto sicuro significa fornire un servizio sanitario essenziale.
Ministero della Salute: https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?area=Salute%20donna&id=4476&menu=societa
Medici senza frontiere: https://www.medicisenzafrontiere.it/news-e-storie/news/aborto-sicuro-rispondiamo-alle-domande/#:~:text=L’aborto%20farmacologico%20ha%20un,dell’estrazione%20di%20un%20dente.