GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO L’OMOFOBIA, LA BIFOBIA E LA TRANSFOBIA
Il 17 maggio si celebra la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.
L’obiettivo di questa ricorrenza è quello di contribuire a sradicare l’omofobia e tutelare tutte le minoranze esistenti.
Questa giornata Internazionale è stata istituita nel 2007 dall’Unione Europea proprio per condannare le discriminazioni che ancora moltissime persone sono costrette a subire sulla base del loro orientamento sessuale.
QUANDO L’OMOSESSUALITÀ ERA CONSIDERATA UNA MALATTIA
La data scelta per la ricorrenza ricorda il 17 maggio 1990, data in cui l’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Ci vollero però ancora quattro anni affinché decisione divenisse operativa, con la successiva edizione del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental disorders), stilato nel 1994.
DISCRIMINAZIONE E VIOLENZA OGGI
In tutto il mondo continuano a verificarsi fenomeni di violenza, esclusione e discriminazione a causa dell’orientamento sessuale reale o percepito, dell’identità di genere o delle caratteristiche sessuali. Con l’avvento della pandemia da COVID-19 vi è stata un’ulteriore crescita di queste violazioni, con un aumento in particolare degli episodi di violenza domestica e di incitamento all’odio online e offline.
Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), milioni di persone LGBTQIA+ devono confrontarsi con sfide continue nel loro quotidiano.
Sono 69 i paesi che ancora considerano l’omosessualità un reato, mentre le persone transgender sono soggette a punizioni in almeno 26 paesi.
OMOFOBIA, DI COSA SI TRATTA?
Omofobia è un termine con il quale si indica l’avversione ossessiva e il pregiudizio nei confronti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali.
- Lesbofobia: forma di discriminazione nei confronti delle persone lesbiche.
- Bifobia: forma di discriminazione nei confronti delle persone bisessuali.
- Transfobia forma di discriminazione nei confronti delle persone trans.
COSA VUOL DIRE OMOFOBIA?
Omofobia è un termine composto da “phobia”, dal greco “phobos”, che significa timore.
Si riferisce ad una paura persistente verso alcune situazioni, attività, persone.
L’omofobia indica un’avversione irrazionale, un insieme di sentimenti, pensieri, comportamenti avversi, nei confronti dell’omosessualità, della bisessualità e della transessualità.
COSA VUOL DIRE LGBTQ?
L’acronimo LGBTQ è stato coniato alla fine degli anni ’80. Una volta sciolto, l’acronimo sta per Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender, e indica tutti coloro che sono rappresentati dalla comunità omosessuale.
L’ultima lettera, la Q, si riferisce a Queer, termine che va a designare tutti coloro che non si identificano esclusivamente con l’essere gay, lesbica, bisessuale, pansessuale o transgender.
Nel corso degli anni, la sigla si è andata ad aggiornare per garantire una maggiore inclusività: attualmente viene infatti utilizzato l’acronimo LGBTQIA+. Nello specifico, la “I” si riferisce alle persone intersessuali, la “A” agli asessuali, e infine il + segnala che l’elenco può proseguire con altre espressioni di genere e/o sessualità.
COS’È L’OMOFOBIA INTERIORIZZATA?
L’omofobia interiorizzata ha a che fare con delle reazioni emotive di sofferenza e rifiuto della propria omosessualità. Rifiuto e sofferenza che possono avvenire per varie motivazioni, per lo più di tipo socioculturale o religiose.
George Weinberg, psicologo clinico americano, colui che coniò la parola omofobia nel 1969, introdusse il termine “self loathing”, per indicare il sentimento di rifiuto per sé stessi, per descrivere una situazione di profonda inibizione rispetto alla possibilità di sentirsi liberi di poter vivere il proprio orientamento sessuale in piena consapevolezza.
L’omofobia è considerata il problema centrale del processo di formazione nell’identità omosessuale ed è uno dei principali motivi di sviluppo poi, da parte della persona omosessuale, di tutta una serie di sintomi psicopatologici:
- depressione
- ansia
- abuso di sostanze
- disturbi sessuali
Questi sintomi riguardano la non accettazione della propria omosessualità con relativa angoscia, difficoltà di coming out e pensieri disfunzionali. Nei processi terapeutici è fondamentale lavorare su questi aspetti per poter sostenere la persona nella formazione della propria identità sessuale.
OMOFOBIA E MECCANISMI DI RINFORZO
L’omofobia è spesso rinforzata dal contesto socio-familiare di appartenenza: un ambiente rigido, controllante e giudicante favorirà, nella persona, un profondo conflitto interno tra la propria attrazione verso persone dello stesso sesso e l’ansia di essere attaccati, non accolti, vessati da parte del nucleo di provenienza.
Meccanismi di rinforzo dell’omofobia sono tutte quelle inclinazioni cognitive disfunzionali che si costruiscono e si mantengono in alcune strutture sociali rigide, militari o religiose.
In primo luogo spesso è la struttura familiare che non consente l’espressione dell’unicità del figlio ma chiede, solitamente in modo implicito, di aderire ad un modello di personalità che, seppur non corrisponde alla reale personalità del figlio, non si può mettere in discussione.
COME AIUTARE CHI SI TROVA IN UN AMBIENTE OMOFOBICO?
Per aiutare chi subisce la vessazione di un ambiente omofobico è utile un supporto psichico, non solo individuale ma laddove possibile anche familiare, per poter favorire l’accoglienza di tutti gli aspetti emotivi e di pensiero che vanno a rappresentare l’identità, l’affettività e l’espressione della sessualità della persona.
Oltre a questo, è importante il contatto con associazioni o gruppi di persone che favoriscono il confronto su tematiche e problematiche spesso comuni. Molte associazioni hanno anche delle linee telefoniche di supporto in caso di emergenza e necessità. L’obiettivo è fornire un primo sostegno alla persona ed indirizzarla verso la scelta maggiormente autoprotettiva.
L’omofobia, la bifobia e la transfobia non consistono solamente nella violenza fisica contro le persone LGBTQIA+, ma anche nelle azioni e nei comportamenti che le discriminano e ne perpetuano la discriminazione.
Escludere, isolare e perseguitare con insulti, pressioni psicologiche le persone omosessuali e transgender, agire per non riconoscere i loro diritti sociali sono tutti esempi di omofobia, bifobia e transfobia.
Questo tipo di odio e di discriminazione possono colpire non solamente le persone LGBTQIA+, ma qualsiasi persona venga percepita al di fuori del proprio ruolo di genere (il comportamento che ci si aspetta da una persona in quanto uomo o in quanto donna) e anche le persone che hanno legami con le persone LGBTQIA+ di amicizia o parentela.
- l’omofobia, la bifobia e la transfobia violano la dignità umana, ledono il principio di eguaglianza e comprimono la libertà delle persone;
- la paura irragionevole e immotivata nei confronti delle differenze per l’orientamento sessuale o identità di genere è frutto di pregiudizi e di stereotipi;
- la denuncia ed il contrasto all’omofobia, bifobia e transfobia devono costituire un impegno fermo e costante per le Istituzioni e per l’intera società;
- il miglior contrasto all’omo-bi-transfobia è la conoscenza e l’incontro con la differenza che si realizza in una società più coesa e aperta.
È di fondamentale importanza proteggere e promuovere il pieno ed eguale godimento dei diritti umani da parte delle persone LGBTQIA+, affinché il diritto di ogni individuo di essere sé stesso e di amare chi vuole sia garantito sempre e ovunque.